Georges Bizet

Georges Bizet Alexandre César Léopold nasce in una famiglia di musicisti. L'educazione musicale di Georges fu inizialmente curata dalla madre che cominciò ad istruirlo da quando aveva solo quattro anni; a nove il padre cercò di farlo ammettere al Conservatoire de Musique di Parigi al quale non fu ammesso per la sua giovane età. Affidato al pianista Antoine-François Marmontel, che riconosciuto l'enorme talento del piccolo Bizet, fece in modo che pochi giorni prima del suo decimo compleanno fosse finalmente ammesso a frequentare il Conservatorio. 
Georges Bizet, resta in conservatorio per una decina d'anni, studiando prima, sotto la guida di Zimmerman e di Gounod, poi, alla morte dell'anziano Zimmerman, sotto la guida di Halévy, aggiudicandosi numerosi premi di eccellenza in teoria, pianoforte, organo e composizione.
Nel 1857 il giovane musicista partì per Roma: aveva vinto il "Prix de Rome per la composizione" che gli dava diritto ad una borsa di studio di tre anni, da trascorrere prima a Roma e poi in Germania.
Dopo l'euforia per il successo della frizzante operetta Le Docteur Miracle, accolta favorevolmente anche dalla stampa, Bizet iniziò a soffrire di crisi depressive che lo portarono a nutrire dubbi sul proprio valore artistico, che ritardarono la sua maturità musicale, condannandolo ad incertezze autolesionistiche. 
Georges Bizet utilizzò i tre anni del premio, certamente per studiare, ma anche per visitare l'Italia, affascinato da Roma, Napoli, Pompei, Firenze, e dal Capo Circeo, che ispirò alcune sue composizioni; al periodo romano risale l'opera di evidente ispirazione italiana Don Procopio.
Nel 1860 terminato il soggiorno italiano, Bizet tornò a Parigi, dove lo aspettavano anni difficili.
Compose, dal 1863, una serie di opere che furono accolte da una critica raramente benevola, come Les pêcheurs de perles e La jolie fille de Perth.
Georges Bizet si manteneva con l'insegnamento, arrotondando con lavoretti musicali saltuari, come l'accompagnamento durante le prove di opere e altri lavori. 
Pur essendo un pianista molto dotato, il musicista rifiutò sempre di suonare il pianoforte in pubblico per paura di compromettere l'attività di compositore, ma produsse la suite sinfonica Roma e Jeux d'enfants, una raccolta di 12 pezzi per due pianoforti trascritti poi per orchestra.
Parallelamente al mancato successo da lui inutilmente inseguito, Bizet ha una vita sentimentale travagliata e, dopo tante avventure erotico-sentimentali di poco conto, incontra Geneviève Halévy, secondogenita del suo ex insegnante. 
L'ostilità della famiglia della ragazza (che vede in lui un bohémien, un artista senza avvenire), influisce sulla sua musica che registra i segni della crisi e del cambiamento. 
Finalmente nel giugno del 1869, Bizet sposa Geneviève, ma l'unione si deteriorerà in fretta a causa dell'instabilità mentale della ragazza e, nonostante la nascita di un figlio, Bizet attraversa un periodo professionalmente dispersivo: i progetti si accavallano e sfumano nel nulla.
Nel 1872 Georges Bizet pubblica l'opéra-comique in un atto Djamileh, per la quale il compositore viene tacciato di wagnerismo, e le musiche da lui composte per L'Arlésienne di A. Daudet, furono un clamoroso insuccesso. 
L'indomabile musicista, dopo il susseguirsi di fallimenti, si concentra sul libretto scritto da Henri Meilhac e Ludovic Halévy, sulla base della novella di Prosper Mérimée: Carmen, opera nella quale Georges Bizet ripone tutte le sue speranze e che doveva essere la sua ultima opera. 
Nonostante tenesse molto a questo progetto, forse per ragioni economiche, una volta completato il primo atto interruppe la composizione, per creare il Don Rodrigue, da rappresentarsi all'Opéra-Comique di Parigi.
La sfortuna di Bizet in questo caso si presentò sotto forma di un incendio del teatro che impedì che l'opera fosse messa in scena.
Nel 1874 Carmen, l'opera con cui si era realizzata la maturità artistica dell'autore, fu terminata e il pubblico poté assistere alla sua prima a Parigi il 3 marzo 1875. La reazione degli spettatori, sconvolti dal forte realismo che portava in scena il fumo delle sigarette e un sordido accoltellamento, fu talmente fredda che l'autore cadde in una crisi dalla quale non si riprese. Il 3 giugno 1875, mentre si trovava nella sua residenza di campagna di Bougival, Georges Bizet morì per un attacco di cuore.