Teatro Regio Ducal


Il Teatro Regio Ducale (citato a volte come Regio Ducal Teatro) fu il principale teatro di Milano dal 1717 fino al 1776, quando fu danneggiato da un incendio e abbandonato.
Le prime strutture deputate all'opera in Milano furono i teatri di corte che si avvicendarono nel cortile di Palazzo Reale: un primo salone intitolato a Margherita d'Austria-Stiria, moglie di Filippo III di Spagna, eretto nel 1598 e distrutto da un incendio il 5 gennaio 1708 e il Regio Ducal Teatro, costruito a spese della nobiltà milanese su progetto di Gian Domenico Barbieri, secondo alcuni con l'aiuto di Domenico Valmagini, allievi entrambi di Francesco Galli da Bibbiena.
L'avvio dei lavori, il 26 aprile 1717, coincide con l'arrivo in città del primo governatore austriaco, Massimiliano Carlo Alberto di Löwenstein-Wertheim-Rochefort, e può dunque essere letto come una sapiente operazione politica. Offrendo svago alla nobiltà locale, il nuovo governo cercò di marcare la cesura tra la vecchia e la nuova dominazione, e di portare allo stesso tempo dalla propria la parte più influente della società.
La sala, a ferro di cavallo, con quattro ordini di trentasei palchi ciascuno e un loggione, fu inaugurata il 26 dicembre dello stesso anno con il Costantino di Francesco Gasparini. Il palco e la platea erano collegati grazie a due ampie scalinate, in modo da poter sfruttare il primo in occasione dei ai balli. Sopra il proscenio erano collocati due medaglioni, uno raffigurante l'imperatore Carlo VI, l'altro una fenice, l'uccello che rinasce dalle proprie ceneri, con la scritta “Rediviva sub ottimo Principe hilaritas publica”. Accanto al teatro, furono costruiti un Ridotto e un “Ridottino”, i locali deputati al gioco d'azzardo, ma anche pasticcerie, bottiglierie e negozi per bigiotterie e maschere.
Il teatro poté vantare una delle migliori orchestre d'Europa, con un organico stabile di cinquanta elementi. Per il suo palcoscenico furono commissionate opere di importanti compositori, tra i quali: Nicola Porpora (Siface), Tomaso Albinoni (La fortezza al cimento), Christoph Willibald Gluck (Artaserse, Demofoonte, Sofonisba, Ippolito), Josef Mysliveček (Il gran Tamerlano), Giovanni Paisiello (Sismano nel Mogol, Andromeda), Wolfgang Amadeus Mozart (Mitridate, re di Ponto, Ascanio in Alba, Lucio Silla).
Terminate le recite de La Merope di Tommaso Traetta, la stagione di Carnevale 1776 si concludeva con il ballo del Sabato Santo, il 24 febbraio. Forse a causa di una dimenticanza, forse di un comportamento doloso (insidiosa era per il governatore la vicinanza della folla che ogni sera, durante la stagione teatrale, si riuniva a pochi passi dalle sue stanze), un incendio divampò nel pomeriggio del lunedì successivo.
Di fronte alla richiesta della nobiltà milanese, che si disse pronta a sostenere le spese di costruzione di un nuovo edificio in cambio della proprietà dei palchi, l'imperatrice Maria Teresa d'Austria autorizzò con decreto la costruzione, non più in prossimità del Palazzo ma in altra area, di due nuovi teatri: il Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala, oggi noto semplicemente come Teatro alla Scala, teatro "nobile", destinato a prendere il posto della vecchia sala, e il Teatro della Cannobiana, più piccolo e "popolare".
Entrambi i progetti, simili tra loro nella tipologia del teatro all'italiana con pianta a ferro di cavallo e con vari ordini di palchi e loggione, furono affidati a Giuseppe Piermarini, il quale provvide anche al disegno del Teatro Interinale, una struttura temporanea costruita presso la chiesa di San Giovanni in Conca.